|
Il Patriarcato di Aquileia era sede vacante dalla morte di Pagano della Torre (dicembre 1332). Bertrando
si insedia Patriarca
La situazione politica del Patriarcato si può riassumere in un rapporto di fredda convivenza con Venezia, in un continuo avvicendarsi di lotte tra feudatari e comunità a cui in parte viene condizionata la stessa economia del Principato. Significativo nodo di contrasto è l'alleanza dei Conti di Gorizia con gli Asburgo per la supremazia sui territori patriarcali. Questi conflitti risaltano nello scenario politico generale che vede sempre la lotta tra guelfi e ghibellini. In questo stato di cose il Bertrando si trova ad occuparsi della politica sia interna che internazionale, accanto alle sue funzioni di Vescovo e di pastore metropolita. In ciò si definisce il programma di riforme istituzionali ed ecclesiastiche di Bertrando, attraverso un'intensa attività che lo fanno risaltare come diplomatico, esperto di diritto, dedito dunque all'amministrazione della giustizia, a cui si affianca la figura del soldato valoroso. In
luogo della sua autorità temporale si trova infatti nella necessità
di intervenire a difesa del territorio patriarcale impugnando le
armi e comandando eserciti: nel 1335 sconfigge Rizzardo da
Camino, Signore di Ceneda legato alla famiglia della Scala,
sottraendoli il castello del Livenza e tutto il Cadore, che
riconquista nel 1347 poiché era caduto nelle mani di
Lodovico di Brandeburgo, figlio di Lodovico
il Bavaro Combatte contro i goriziani padroni di Venzone, con dominio sulla strada che da Monte Croce scende a Tolmezzo e su quella che scende da Pontebba e dalla Chiusa ostacolando il libero transito per il commercio, per il Patriarca tale situazione è un danno per l'economia. Potenzia così le difese alpine, costruendo la rocca Bertranda alla Chiusa (fra Moggio e Pontebba) combatte i goriziani conquistando Braulins. In
questa fase, fa sì che riavuta Venzone
|