Vitale da Bologna

Biografia

Vitale degli Equi detto Vitale da Bologna (1308/1309?- 1359/1361 prima)

Sono poche le notizie sicure che sono pervenute, è considerato uno dei massimi artisti della cultura figurativa trecentesca.

La sua formazione è nell'ambito del gotico bolognese. A Bologna V. lavora dal 1330 a circa venticinque anni.

Sono documentate commissioni per lavori della cappella Odofredi nel convento di San Francesco Bologna,1330-1340: Ultima cena affresco ora staccato e conservato alla Pinacoteca di Bologna

1345-1348 sempre per il convento dei Francescani di Bologna esegue l'affresco della Resurrezione

In queste opere vi è in V. un'interpretazione del gotico molto personale, si distinguono un'accentuata drammaticità insieme a un cromatismo accentuato.

Inizia gli affreschi nella chiesa di Santa Maria o Santa Apollonia di Mezzaratta, le tavole dell'Oratorio di Santa Maria dei Denti, la cui cronologia interna è ancora un problema. Probabilmente V. interrompe l'opera a causa della peste (1347-48) lasciando proseguire gli allievi, se ne va da Bologna forse unicamente per le commissioni ricevute a Udine o le due ragioni furono concomitanti.

1348 affreschi con le Storie di S. Nicolò Duomo di Udine

1349 - 1350 ritorna a Bologna dove in Santa Maria dei Servi dipinge gli affreschi con le Sto rie della Vergine e della Maddalena

Fino al 1351 è saltuariamente all'Abbazia di Pomposa, nei cui affreschi con le Storie di Sant'Eustachio sono riconosciute di sua mano la parte della calotta dell'abside, alcune figure ai lati e la teoria con le Vergini, considerate tra le migliori.

In questo momento artisticamente V. costruisce un rapporto più pieno tra figure e ambiente (inteso plasticamente) descrivendo più umanamente i personaggi, è evidente la sua caratteristica di saper adeguare la sua pittura al tema. Sono tralasciati i precedenti legami con l'arte gotica, del minio riconoscibili nei dipinti precedenti, assimilati in impostazioni che trovano riferimenti nell'arte giottesca.

Aumenta l'interesse di V. per un simbolismo sia delle forme che dei colori accomunando impostazioni architettoniche maestose.Questi ultimi elementi appaiono chiari nel Polittico di S. Salvatore del 1353, in cui è ancora vivace la presenza di più maniere che caratterizzano l'arte di V.

V intraprende quella che viene definita dalla critica la fase legata all'arte di corte. E' in questo momento che V. carica della sua fantasia creativa: la Crocifissione, del 1355 a Lugano, Collezione von Thyssen.