Nel governare spiritualmente la sua diocesi il Patriarca si avvale degli istituti delle abbazie benedettine di Moggio, di Rosazzo, di Belinga, di Sesto al Reghena e di Summaga. Fa in modo che i Celestini abbiano residenza nella città di Udine dove sono presenti nei luoghi più importanti i Francescani e i Domenicani.

Bertrando fa erigere a S. Nicolò di Udine un monastero per le penitenti, più importante era quello delle Benedettine di Aquileia, sono inoltre presenti, con loro fondazioni, le Francescane e le Domenicane.

La cura delle anime è affidata alle pievi, adunate in arcidiaconati. Nel 1334 Bertrando trasferisce la prepositura di S. Odorico fondendola con il capitolo della pieve, nel 1335 Bertrando dedica all'Annunciata la chiesa di San Odorico che dal XII secolo veniva indicata con il titolo di santa Maria Maggiore, attuale duomo di Udine.

Significativa la sistemazione del corpus sinodale. Il 29 maggio 1335 è convenuto nella pieve del castello di Udine il Concilio dei vescovi della sua provincia ecclesiastica, tra gli articoli emanati il più importante riguarda i provvedimenti per colpire l'esercizio dell'usura. Nell'aprile del 1339 si tiene a Aquileia il secondo concilio provinciale. Il Patriarca in entrambe le occasioni riforma molte costituzioni a favore delle Chiese e della libertà ecclesiastica.

Il 9 ottobre 1338 raduna ad Aquileia il sinodo del suo clero in cui viene proibito ai chierici di partecipare alle cerimonie dei Catari, degli scominicati e degli eretici.

Per il Bertrando è determinante operare nel rispetto e nel recupero dei diritti della sua Chiesa. Importanti le iniziative di Bertrando per la promozione del culto dei Santi Ermacora e Fortunato, fondatori della Chiesa di Aquileia, nella cui figura si univano memorie classiche e cristiane, diventando il simbolo dell'eredità storica e dell'orgoglio morale della città. Fa realizzare l'arca marmorea per trasporvi le reliquie dei due Santi, che poi diverrà la sua tomba.

Insieme ai Domenicani introduce nella diocesi il nuovo culto per Tommaso d'Aquino. L'interesse per i più deboli è testimoniata dagli agiografi che riportano episodi significativi del Patriarca quale dispensatore di pane a poveri e pellegrini. La leggenda parla anche di Bertrando che sfama dodici poveri ogni giorno prima di mettersi a tavola, sull'esempio di Gesù. La tragica morte ha contribuito a esaltarne la figura creando un mito, facendo di Udine la città del beato Bertrando. E' nel cuore di questa città che noi troviamo le espressioni più significative della cultura artistica del trecento, che si coniugavano al suo pensiero e che proprio Bertrando volle divulgare attraverso l'opera di Vitale da Bologna nelle pareti della cappella di San Nicolò. Come pure la costruzione del battistero interessato da un impianto architettonico tipologicamente circestense.