L'arte del trecento in Italia

Il trecento è artisticamente legato all'evoluzione di importanti fattori politico-sociali e dalla determinante presenza di alcuni artisti che nei primi decenni realizzano nelle loro opere un nuovo concetto di spazio e di contatto con la realtà. Tali aspetti si manifestano nella tendenza ad una "pittura di Storie" che trapassa successivamente in una specie di "cronaca illustrata". Con la metà del secolo si accentuano sia in Toscana che nell'Italia settentrionale quelle componenti decorative che pongono attenzione verso il colore e l'eleganza formale. L'attività di Giotto in Toscana, Romagna, a Padova e in Lombardia risulta determinante per lo sviluppo della pittura di tali zone, dove parallelamente si deve rilevare l'incrocio con altre tendenze che interferiscono sul "giottismo" di base. In Toscana è rilevante la presenza di Giotto e della pittura senese (Duccio, Simone Martini, Pietro e Ambrogio Lorenzetti). Per gli artisti fiorentini di Giotto il fattore di maggiore interesse è l'architettura, che non passa inosservata nemmeno a Siena, dove l'ambiente più conservatore è legato alla tradizione linearistica di lontana scendenza bizantina. Ambrogio Lorenzetti è colui che che tenta la "sintesi tra le due culture", e allo stesso modo influenza l'ambiente fiorentino sotto il profilo del colore e dell'eleganza lineare. A Firenze il "verbo giottesco" è manifesto nell'opera di scolari stessi del Maestro (Stefano, Maso, Giottino, Taddeo Gaddi), che evidenziano in modo particolare le strutture architettoniche. Più intento nello sviluppo degli aspetti coloristico-lineari, suggestioniato dal clima senese, è Bernardo Gaddi. Un multiforme e elegante artista è pure Andrea di Cione, detto l'Orcagna, che nella seconda metà del trecento rappresenta i nuovi gusti della ricca e affermata borghesia fiorentina, riconducibile all'intonazione novellistica del Sacchetti