Pianeta

PIANETA,

secoli XIV e XV, manifattura italiana

Velluto, velluto ricamato; seta, oro filato, oro, argento filato; 128x81

 

 

 

 

 

La pianeta è costituita da un velluto tagliato unito di colore cremisi e decorata da due croci di forma latina, disposte sulla lunghezza dei due scapolari, costituite da velluto tagliato unito di seta di colore nero, ricamate con figure di Santi in oro, argento e sete policrome.

Prima del restauro la pianeta si presentava completata con inserti di tessuto estranei che ridimensionavano la foggia originaria, o quantomeno precedente gli anni '70. Durante il restauro sono state in particolare modo indagate e individuate le posizioni di alcuni ricami, alcuni di questi sono stati ricostruiti (v. RESTAURO), permettendo la lettura di alcune figure. Le due croci ricamate sono le parti più singolari e importanti del parato sotto il profilo artistico. Entrambe sono realizzate con un ricamo a punto spaccato per le sete policrome (incarnati, capelli e alcuni oggetti, elementi vegetali e floreali), a punto posato per i filati d'argento e oro, arricchito in origine da perle di fiume (per le aureole). Le figure rappresentate in gran parte a mezzobusto, e non sempre integre, sono inserite entro formelle di forma ovale e polilobate definite dall'intreccio di due tralci, e in rilievo, all'interno convergono quattro fiori a tre petali: due nella parte superiore, e due in quella inferiore che si uniscono alle vesti o a altri elementi della figura. All'esterno di ogni formella sono ricamate foglie verdi e cardi. d5.46

Croce anteriore dall'alto verso il basso:

- Braccio destro: si identifica Santa Caterina d'Alessandria Il volto femminile con i capelli biondi raccolti, scendono sciolti in una ciocca sul dietro, sulla fronte una probabile corona, la veste altocinta dorata con scollo ovale da spalla a spalla, ha maniche aderenti fino al polso. Nella mano destra sostiene la ruota dentata, mentre nella sinistra la palma di colore giallo, suoi attributi.Nella stessa posizione sulla croce posteriore corrisponde la formella con raffigurata la Santa Maria Maddalena (v.)

- Braccio sinistro: volto maschile con barba a punta, sul capo una mitra a due punte di colore, la veste vescovile ampia di colore argento e oro e in parte cremisi, non sono visibili le braccia. Si considerano attributi la veste purpurea e il copricapo vescovile per identificare la figura in un Santo vescovo, probabilmente Sant' Ermacora . Ciò può essere ulteriormente avvalorato poiché nella stessa posizione sulla croce posteriore è raffigurato un Santo identificato con San Fortunato vescovo di Aquileia di cui si riconoscono gli attributi

 

Corpo della croce:

- La prima e la seconda forma formella presentano figure assolutamente illeggibili sotto il profilo iconografico.

- Terza formella: si identifica un San Girolamo , con il volto ben definito nei particolari e nelle sfumature, con barba, parte del capo è coperta da un cappuccio del manto che indossa chiuso sotto il mento da un evidente fermaglio di colore verde e oro, e l'interno foderato di rosso e bianco, sotto indossa una tunica con maniche un po' larghe al polso e risvoltate. Sulla schiena ricade un cappello cardinalizio di colore rosa chiaro con calotta e tese larghe.

Tracce di un bastone vicino all'orecchio sinistro. Nella mano destra sembra reggere parte del manto mentre porge la mano sinistra verso la testa di un leone. Quali attributi del Santo vanno considerati il cappello, il manto con cappuccio e il leone.

- Quarta formella: San Giacomo Minore Il volto è quello di un Santo con barba e mitra bianca e ricamata con oro, indossa una veste dorata con maniche ampie, il pallio di colore bianco con le croci ricamate in marrone (visibili cinque). Nella mano sinistra regge il pastorale sembrerebbe con un uccellino nel ricciolo terminale. Nella mano destra rivolta verso l'alto tiene un follone, suo attributo, anche l'abbigliamento è indicativo, come vescovo di Gerusalemme, infatti in certe immagini, indossa le vesti episcopali, e la mitra reggendo il bastone pastorale.

- Quinta formella: San Damiano o Cosma è rappresentato un Santo giovane con capelli biondi fluenti che circondano il viso sbarbato e inclinato. Indossa un manto dorato allacciato sotto il mento con una pietra-bottone è visibile la fodera di probabile pelliccia bianca e blu, come dalle maniche aderenti fino al gomito sono aperte sul resto della lunghezza. Sotto una gonnella dorata con collo a fascetta bassa con profilo dorato e blu, cinta in vita si apre a pieghe, trapunte, con tracce di un decoro orizzontale a circa metà lunghezza. Nella mano destra rivolta verso l'alto, reca una lancetta chirurgica, nella mano sinistra, stringe verso il fianco un vasetto o cofanetto, tali oggetti sono gli attributi, ma non va sottovalutato l'abbigliamento, in particolare la fodera di pelliccia della veste.

 

Croce posteriore dall'alto verso il basso:

- Braccio destro: figura di Santo con barba bionda abbastanza lunga porta sul capo una mitra bianca e oro a due punte, aureola. La veste è poco visibile, dorata e tutta chiusa sul petto, mani e braccia non leggibili, tracce di un bastone pastorale con terminale a ricciolo. Negli attributi (mitra vescovile, pastorale) si riconduce a San Fortunato , la posizione corrisponde nella croce anteriore a quella della raffigurazione di Sant'Ermacora.

- Braccio sinistro: figura di Santa riconoscibile per il volto con capelli lunghi e biondi che scendono oltre le spalle, indossa una veste dorata visibile da sotto il manto, anch'esso dorato, foderato di giallo e allacciato al centro . Nella mano destra reca l'urna degli unguenti, che come attributo, unitamente alle caratteristiche fisiche, fa ritenere si tratti di S. Maria Maddalena . La posizione della formella corrisponde nella parte anteriore con la formella recante la Santa Caterina d'Alessandria che insieme alla Maria Maddalena è spesso rappresentata con un criterio di complementarietà nelle opere dove appare la Vergine con il Bambino, e incarnano la dote intellettuale dell'erudizione la prima, e l'altra quella morale della penitenza.

Corpo della croce:

- Prima formella:la Vergine e Gesù Bambino , presenta il Gesù Bambino che porge forse un frutto, appoggiato sulla spalla destra della Madonna che indossa sotto il manto blu e oro una veste altocinta con striature dorate e giallo, dal capo scende un probabile velo, nella mano sinistra è trattenuto forse un oggetto.

- Seconda formella il Redentore giovane benedicente, il volto inclinato con capelli biondi a scriminatura centrale e corti sopra la nuca, le vesti definite da tessuti consistenti e drappeggiati di colore bianco e oro: un manto con larghe maniche, scende dalle spalle sopra una tunica con scollo arrotondato.

- Terza formella: si identifica la figura di un Santo, San Giacomo Maggiore , il volto con barba e capelli biondi a scriminatura centrale scendono sulle spalle, indossa una tunica che si differenzia dalla fodera del manto, nella mano sinistra tiene un libro rosso quale attributo, insieme al bastone da pellegrino appoggiato sulla spalla e trattenuto dalla mano destra.

- Quarta formella: San Andrea è leggibile il volto di un Santo che indossa una veste dorata e verde, con ampia apertura e scollo, su cui è visibile la fodera bianca a striature celesti, uguale rivestimento per le maniche larghe al polso. La mano sinistra è rivolta verso l'alto, mentre la destra viene sfilata dalla manica sinistra o ne trattiene il tessuto. Sullo sfondo, alle spalle del santo, un bastone con la croce decussata, detta proprio di San Andrea, quale attributo.

- Quinta formella appare un Santo che si identifica in San Francesco d'Assisi , i capelli tagliati a ciambella e un saio scuro con maniche risvoltate al polso, da cui escono le mani con le stigmate, in quella destra tiene stretto un uccellino e nella sinistra regge un libro, tutti elementi che sono attributi del Santo d'Assisi, sul fondo una croce decussata, di san Andrea (per i Santi che hanno partecipato alle crociate, S. Francesco partecipò alla prima nel 1219).

- Sesta formella: San Cosma . Si rileva la figura di un Santo con cappelli biondi e riccioluti, tracce di barba bionda sulla linea del mento, indossa una veste oro trapunta di verde con una fascia cremisi che cade morbida in cintura, il manto con maniche larghe e risvoltate è foderato di rosso. La mano destra regge un elemento simile a una piuma di colore giallo eventuale attributo, insieme al vaso di ceramica bianco-celeste in basso a sinistra. Gli attributi giustificano si tratti del santo, la posizione della formella corrisponde nella parte anteriore a quella raffigurante S. Damiano. La somiglianza dei due volti ritratti contribuisce ad attestare si tratti dei due Santi che la leggenda vuole fossero gemelli.

Ai lati della parte finale sono ricamati un corno con campanelli e la metà anteriore di un cavallo rampante d5.20 . Il fiore di cardo più volte ripetuto come motivo decorativo all'esterno delle formelle, si associa alle immagini dei Martiri rappresentati come voleva l'iconografia del tempo, simbolo della loro passione.

Storia e critica

Il manufatto è stato con molta probabilità eseguito da ricamatori, su cartone realizzato da un pittore.

La preziosità tecnica e materica del ricamo giustificano la datazione alla metà del  XIV secolo. Alcuni elementi dell'iconografia sono pertinenti alla metà del XIV secolo per lo stile e l'iconografia. Il legame con l'arte trecentesca si rileva nell'impostazione del decoro, e nel raffinato naturalismo dei personaggi rappresentati.

L'analisi tecnica dei tessuti è stata effettuata soltanto per il velluto cremisi, la presenza del ricamo sul velluto nero ha permesso solo un suo parziale riscontro dei dati.

 

 

 

 

VELLUTO TAGLIATO UNITO DI COLORE CREMISI

Orditi: proporzioni: 1 di fondo, 1 di pelo (1 filo di pelo ogni 3 di fondo); materie: di fondo: seta, 2 capi, 'S', beige-ecrù; di pelo: seta, 2 capi, STA, cremisi; riduzione: 40 fili al cm

Trame: proporzioni: 1 di fondo; materie: seta, più capi abbinati, ecrù; riduzione: 24 colpi al cm

Costruzione interna del tessuto: Armatura di fondo in raso da 5, prodotta dai fili e dalle trame di fondo, il velluto è realizzato dall'ordito di pelo color cremisi, introducendo un ferro scanalato ogni 3 colpi di fondo.

Descrizione del disegno: Superficie unita color cremisi.

 

 

 

 

 

 

 

 

La pianeta era composta dal velluto rosso con inserti a ricamo su velluto nero, le parti erano assemblate con pezze di tela di cotone, poi rimosse , sono state poi staccate le sezioni a ricamo in fase di trattamento. La pulitura dei ricami e del velluto rosso, dopo la spolveratura per aspirazione, è stata eseguita per immersione in tetracloro-etilene, a temperatura ambiente. I fili d'oro dei ricami sono stati riposizionati e ancorati, cercando di ripristinare nella disposizione dei punti l'originaria griglia che dava origine ai motivi decorativi geometrici. Nel corso del consolidamento sono stati ricomposti i due riquadri tagliati per decorare lo scollo. Sul davanti i ricami sono stati rimontati come in precedenza.

Intervento: Francesco Pertegato-Centro restauro manufatti tessili di Milano

Pianeta di velluto rosso; fodera di tela di lino debolmente tinta di giallo. Croci – anteriore e posteriore – di velluto nero, ricamate a busti di santi, inclusi nelle cornici ovaliformi polilobate prodotte da due tralci, a forte rilievo, incrociati. Il ricamo è realizzato con filo di seta a più colori (punto spaccato) e filo d'argento e d'oro (punto posato); originariamente era arricchito di perle di fiume che profilavano le aureole e i tratti salienti dei panneggi (ne rimangono tre sole, inserite nei medaglioni della croce anteriore). I ricami risultano essere stati tagliati sopra e sotto, ad eccezione dell'estremità inferiore del retro; potrebbero pertanto derivare dalla trasformazione della casula in pianeta o, meno probabilmente, dallo stolone di un piviale. La fascia ricamata ai lati dello scollo è ottenuta tagliando, in tre frammenti ciascuna, due formelle ricamate con figure di santi. Rimossa tale fascia, al di sotto non è stato individuata nessuna traccia che dimostri che si tratta di una manomissione antica; traccia evidente dell'applicazione originaria, o almeno molto antica, delle due formelle, a formare i bracci corti della croce, si trova invece ben visibile sul retro della pianeta.

Stato di conservazione d5.1, d5.13 Due grandi inserti di tela di cotone, del tutto estranei alla foggia della pianeta, erano stati cuciti rozzamente a macchina, in corrispondenza dell'attacco del retro alla parte anteriore. Quest'ultima è stata ottenuta riutilizzando frammenti anche piccoli di velluto; questo, inoltre, era arricciato e increspato dai fitti rammendi del passato che avevano agganciato alla sottostante fodera di lino. Non c'è traccia dell'interfodera di rinforzo delle croci e poiché al di sotto di queste ultime il velluto non c'è (probabilmente non c'è mai stato: l'interfodera aveva infatti il compito sia di dare più corpo allo stolone sia di costituire la continuità del fondo) anche i ricami erano agganciati direttamente alla fodera, dai punti grossolani di innumerevoli aggiustamenti e manutenzioni. Il velluto, arricciato dalle tensioni introdotte dal ricamo, era spellato, abraso, lacerato e, soprattutto nella metà anteriore, caduto per piccole sezioni. Anche i ricami erano interessati da accentuate abrasioni dei filati in seta, dal distacco e dalla caduta di quantità consistenti dei fili metallici d5.7 . Dei tralci che formano le cornici ovoidali in cui sono inserite figure di Santi non rimangono che le spesse imbottiture costituite di fili di lino o canapa, sbiancati..

Trattamento: Prima sono state rimossi gli inserti di tela di cotone. Poi sono stati poi staccati le sezioni a ricamo: l'operazione si è resa necessaria perché i fili metallici del ricamo necessitavano di essere fissati al fondo e questo a sua volta richiedeva che venisse inserito al di sotto un tessuto di supporto, indispensabile anche per consolidare il velluto. Pulitura: sia i ricami che le due sezioni di pianeta in velluto rosso, dopo la spolveratura per aspirazione sono stati puliti per immersione in tetracloro-etilene, a temperatura ambiente, il quale ha solubilizzato, con l'ausilio di una moderata azione meccanica, i diffusi e spessi depositi di cera.

Consolidamento: la pianeta, smontati i rammendi che arricciavano il velluto, e stata risanata mediante supporti locali, a cucito, di tela di cotone/poliestere (campione 10); alcune riparazioni passate che creavano tensioni sono state smantellate e rifatte spianando il tessuto antico dove necessario; sono stati invece lasciati indisturbati i frammenti di velluto reimpiegati, anche nei casi in cui l'assemblaggio non era stato condotto perfettamente (soprattutto sul davanti). I ricami, liberati dei filati dei rammendi, sono stati sottoposti a supporto totale, su raso di cotone tinto (campione 11) usato al rovescio (assomiglia molto al velluto spellato), a cucito; l'operazione ha interessato sia il tessuto, lacerato e lacunoso in più punti, che il ricamo d5.21, d5.22. In particolare i fili d'oro sono stati riposizionati e ancorati, cercando di ripristinare nella disposizione dei punti l'originaria griglia che dava origine a motivi decorativi geometrici. Nel corso del consolidamento sono stati ricomposti i due riquadri tagliati per decorare lo scollo d5.15, d5.17 .

Riassemblaggio: Sul davanti i ricami sono stati rimontati come in precedenza, salvo sovrapporli per circa un cm alla cucitura di attacco tra il dietro e il davanti, al fine di evitare di ripiegare al di sotto i margini sui lati corti del braccio verticale della croce; in tal modo si rende inoltre evidente che il ricamo è stato tagliato in passato. Sul dietro la croce è stata completata con i riquadri orizzontali, ottenuti dalla ricomposizione dei frammenti tratti dallo scollo d 5.79,D 5.81 .